Il caratteristico centro storico di Popoli dista mezz’ora di macchina da Sulmona (Abruzzo) e merita di essere esplorato perché conserva ancora l’atmosfera del tipico paese medievale.
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Tra le cose da non perdere ci sono: i resti del castello medievale, la Chiesa di San Francesco, la Chiesa dei Santi Lorenzo e Biagio, entrambe di antica fondazione che conservano al loro interno numerose opere di artisti locali, ed i numerosi caseggiati storici che decorano le vie del paese.

















Chiesa di San Francesco








Chiesa dei Santi Lorenzo e Biagio




Caseggiati storici




















Il Castello medievale dei Cantelmo
L’antico borgo di Popoli è sovrastato dal famoso Castello Cantelmo, visibile già dall’autostrada. Per raggiungere le rovine del castello esistono due modi e sono entrambi adatti sia per adulti sia per bambini.
Il primo percorso è quello più lungo e dura circa un’ora mezza: la partenza inizia lungo via Tiburtina Valeria dove c’è un parcheggio per lasciare le auto. Poi si inizia seguendo i vari cartelli rossi e bianchi che indicano tutto il tracciato lungo 7 km.
Il secondo percorso, che è quello scelto da noi, è più facile e parte direttamente dalla Piazza della Libertà di Popoli dove non ci è stato difficile trovare parcheggio. Dura circa 45 minuti e attraverso un sentiero si arriva alla cima del Castello dove la vista vi lascerà senza parole.
















Il Castello non fu costruito dalla famiglia Cantelmo, la struttura è frutto del fenomeno medievale dell’incastellamento. Dopo la caduta dell’Impero Romano, i cittadini erano privi di protezione, così si pensò ad una costruzione che potesse garantire riparo in caso di attacco nemico.




La costruzione rientra nella tipologia dei castelli-recinto e fu edificato tra il 1000 ed il 1015 per volere del vescovo Tidolfo, ma importanti interventi di trasformazione vennero effettuati verso la fine del XV secolo ad opera dei conti Cantelmo, feudatari dal 1269 fino al XVII secolo.




















Il forte era circondato da una doppia cinta muraria e da un fossato. La pianta era triangolare, con il lato di base rivolto verso la città. Al vertice di tale triangolo vi era l’originaria torre d’avvistamento dalla quale ha avuto origine il complesso.
















Ogni castello che si rispetti ha la sua leggenda e questa è la sua storia:
La leggenda della Dama Bianca ha inizio in una gelida notte di gennaio del 1676, quando due cavalieri, Monaldeschi e Petrossi, si stavano dirigendo da Capestrano al castello di Popoli.
Petrossi, vedendo il compagno turbato, gli chiese cosa lo preoccupasse e Monaldeschi rispose che stava pensando a Diana Gaetani d’Aragona, moglie del Duca di Popoli Giuseppe II Cantelmo, di cui era innamorato. Monaldeschi spiegò a Petrossi che la sua amata Diana era stata costretta a sposare il Duca, un uomo che non avrebbe mai amato e che spesso la faceva soffrire.
Sentendo queste parole, Petrossi propose al compagno di rapire la donna garantendogli che l’avrebbe aiutato nell’impresa. Monaldeschi approvò subito l’idea del compagno e accettò il suo aiuto.
I due cavalieri giunsero così al castello e si separarono. Nel frattempo Donna Diana si trovava nei suoi alloggi e a mezzanotte, quando udì dei fischi provenire da fuori, silenziosamente uscì dalla stanza e si recò nel cortile del castello. Raggiunse il muro di cinta, aprì una piccola porticina e trovò inaspettatamente Monaldeschi.Il Cavaliere riferì alla sua amata l’intento di liberarla dal Duca, grazie anche all’aiuto del suo compagno.
Donna Diana accettò e concordarono una strategia: alla ricezione dell’anello che lui le regalò al primo incontro consegnato da un uomo di fiducia, lei sarebbe uscita per scappare assieme. Mentre i due amanti si stavano salutando, improvvisamente si sentì uno sparo provenire dagli spalti: erano stati scoperti dal Duca che fece imprigionare il Cavaliere.
Poco dopo, il Duca si recò dalla consorte e le comunicò che Monaldeschi non sarebbe stato giustiziato, come sarebbe dovuto accadere e la congedò.
All’Alba il Duca si recò nella stanza dove il Cavaliere era tenuto prigioniero e insieme a due guardie lo condusse in un’altra sala dove posizionò due pistole sopra un tavolo. Fece poi convocare la Duchessa e le disse che avrebbe dovuto caricare solo una delle due pistole: quella carica l’avrebbe dovuta dare a colui che, secondo lei, avrebbe dovuto vivere e l’altra, scarica, a colui che avrebbe dovuto morire.
Diana d’Aragona uscì dalla sala con le pistole e il Duca disse che il duello avrebbe avuto luogo la sera stessa.
Giunta la sera, i due contendenti si recarono in un prato dietro il castello, mentre la Duchessa era ancora nella sua camera. Poco dopo la Duchessa, vestita di bianco, li raggiunse e consegnò loro le pistole.
Nel momento stesso in cui i due stavano premendo il grilletto, lei si interpose tra i duellanti e fu colpita da due proiettili: uno al cuore e l’altro alla testa.
Così morì Diana Gaetani d’Aragona, Duchessa di Popoli, per mano dell’uomo che l’aveva voluta in sposa pur sapendo di non essere amato e dall’uomo che per lei provava un amore smisurato.
I ruderi del castello sono visitabili gratuitamente e se avrete fortuna potrete scorgere la Dama Bianca danzare tra le rovine!








Il paese vanta inoltre di un importante stabilimento termale in località De Contra nel quale è possibile fare delle cure termali oppure rilassarsi e rigenerarsi per il semplice gusto della tranquillità e del benessere. Le acque di Popoli sono consigliate in particolar modo per la cura delle malattie artro-reumatiche e malattie respiratorie, c’è anche la possibilità di fare fanghi, bagni terapeutici e cure inalatorie. Sito internet http://www.termedipopoli.it/
Noi purtroppo non ne abbiamo usufruito per mancanza di tempo.
Infine, se avete ancora tempo a disposizione, non perdetevi le meravigliose Sulmona e Celano!



