Ebbene sì, per la seconda volta siamo andati nel Sahara. Perché? Perché il Sahara poi manca.
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Ogni persona dovrebbe, nella propria vita, passare qualche giorno tra le dune del Sahara, per osservare il grande mare di sabbia e meditare sulla infinita grandezza dell’universo e sulla piccolezza dell’essere umano in quanto singolo.
Lo dico sinceramente: quando mio marito mi parlava delle emozioni che provava durante i suoi viaggi nel Sahara io non lo capivo. Intendiamoci: capivo che era bello, capivo che era divertente, capivo che c’erano dei panorami mozzafiato, ma non capivo veramente. Ho capito cosa significa per la tua anima solo nel momento in cui ci sono stata. Come faccio ora a trasmettervi cosa ho provato? Mi rendo conto le immagini risultano riduttive, solo noi che ci siamo stati riusciamo a vederle davvero, riusciamo ad andare oltre i colori perché ne sentiamo gli odori e le emozioni.




Vi siete mai lanciati con un paracadute? Avete mai fatto rafting? Avete mai scalato una montagna? Il silenzio, il vuoto e l’immenso, l’adrenalina, il brivido e le fatiche, sono le stesse che si vivono tra le dune. Il raggiungere la vetta, l’atterrare dopo un volo, l’osservare lo spettacolo che la natura ti regala, sono sensazioni che derivano dal senso di conquista ed il Sahara è una conquista. Sono situazioni straordinarie e uniche per l’essere umano e per la sua mente; sono insegnamenti capaci di generare sentimenti indescrivibili, eccitazione, entusiasmo e gioia, scoraggiamento, paura e ansia, tranquillità, senso dell’infinito e di potenza. Il Sahara è tutto questo.




Il viaggio è faticoso e lo è fin da subito. Siamo partiti con la nave perché abbiamo il nostro fuoristrada quindi ci abbiamo messo più tempo. Per chi arriva in aereo è meno faticoso ma ha una pecca, non ti consente di conoscere tutto il gruppo e di fare squadra da subito. Una volta arrivati da Tunisi ci si sposta verso Douz o verso Sabria (589 km) che sono le due entrate delle porte del deserto. Ovviamente via superficie con i fuoristrada ed il viaggio dura dalla mattina al tardo pomeriggio.
Dalla porta del Sahara si entra di mattina quindi, il giorno in cui si inizia la vera avventura è di fatto il terzo.




Da questo momento si inizia a vivere per sei giorni e cinque notti nel deserto, senza acqua corrente, senza elettricità, senza riscaldamento ed in inverno nel Sahara la sera fa freddo, si arriva a zero gradi. Si inizia a dormire in tenda o sotto le stelle, a mangiare quello che c’è, che ognuno ha portato o comprato localmente, si inizia a dividere tutto con tutti, anche la “duna toilette”.
Tutto cambia, il telefono non prende, non hai più nessun contatto con il mondo e le serate le passi chiacchierando davanti al fuoco di bivacco.
Ogni giorno, durante questi giorni, ci si sposta aprendo nuove piste e guidando in cresta. Ogni giorno si smonta e si rimonta l’accampamento, ci si ferma a far legna (il deserto offre tutto) e ci si ferma ad aiutare chi si è insabbiato, scavando o facendogli delle foto per prenderlo in giro. E si beve tanta acqua, tanta, perché ci si disidrata con molta facilità.
Inizi a parlare di tutto con tutti perché ti dimentichi che queste persone non lo conoscevi fino a qualche giorno prima e ad un certo punto parli anche con il deserto, ma gli parli in silenzio perché è lui che te lo chiede e di fatto, non gli dici qualcosa di specifico, semplicemente ti connetti con lui.




Poi, arrivi alla fine ed esci. E tutto è cambiato ma non ne eri del tutto consapevole, è in questo momento che lo realizzi davvero.
Una cosa è certa: il deserto o lo ami o lo odi, non c’è una mezza misura.
L’organizzatore del viaggio è stato Ave4x4 che consigliamo vivamente per preparazione, simpatia e capacità. In una valutazione noi daremo il punteggio massimo senza alcun dubbio.
Conclusioni
Quello che questo secondo viaggio mi ha lasciato è un segno molto profondo, il Sahara ha cambiato il modo in cui vedevo le cose. È stato come se una spugna, giorno dopo giorno, avesse pulito il superfluo per lasciare l’essenziale. Ero arrivata con tanti pensieri nella mente per i quali non avevo risposte e ne sono uscita con tutte le risposte e tante idee.
Me ne sono innamorata, mi ha dato una carica immensa, forza e centratura. Mi sentivo serena prima di andarci ma ho capito che potevo esserlo di più e in un modo diverso.
È un’esperienza incredibile e l’unico modo per capirla veramente, è quello di provarla!

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