Era da molto tempo che volevamo visitare il Parco dei Mostri di Bomarzo dato che in molti ce lo avevano descritto come un luogo magico e unico al mondo: un posto dove miti, leggende, mostri e personaggi della letteratura sono creazioni fatte di pietra e ricoperte di muschio.
Tempo di lettura 9 minuti
Ebbene, finalmente siamo riusciti a vederlo!
Dove si trova
Il Parco dei Mostri, noto anche come Sacro Bosco, si trova a Bomarzo, un piccolo Comune nella Regione Lazio, in Italia. Questo straordinario parco è un’opera d’arte unica nel suo genere, creata nel XVI secolo dal nobile italiano Pier Francesco Orsini, noto come Vicino Orsini.
Si trova vicino dell’omonima località di Bomarzo in provincia di Viterbo. Per raggiungerlo si può usare l’autostrada del Sole A1 utilizzando le uscite di Orte da sud e Attigliano sia da nord che da sud per poi seguire le indicazioni locali presenti lungo la strada. Noi abbiamo utilizzato google maps come navigatore impostando queste coordinate: latitudine N 42° 48′ 95″, longitudine E 12° 24′ 82″. All’arrivo abbiamo trovato un parcheggio gratuito (non custodito) e assieme al biglietto di ingresso ci hanno consegnato una mappa contenente i numeri delle opere.

Un po’ di storia
Il Parco dei Mostri si estende su un’area di circa 16 ettari e presenta una serie di sculture monumentali di pietra che rappresentano creature mitologiche, mostri, divinità e figure enigmatiche. Il bosco è abitato da statue raffiguranti soldati, mostri, figure divine ma anche draghi cinesi, elefanti giganteschi, case dall’aspetto sinistro e molto altro ancora.
Scienziati, storici e filologi hanno lavorato molto per spiegare il labirinto di simboli di cui il bosco si compone ma i misteri sono rimasti talmente tanti che uno schema interpretativo universale non è stato ancora trovato.
La motivazione dietro la creazione di questo parco unico è ancora oggetto di dibattito tra gli studiosi. Alcuni sostengono che Vicino Orsini abbia creato il parco come un modo per elaborare il suo dolore dopo la morte di sua moglie, mentre altri suggeriscono che fosse semplicemente un esempio del gusto eccentrico dell’epoca per il misterioso e il fantastico.
L’interno del parco
Ingresso
L’ingresso si varca passando sotto ad un arco merlato che vi trasmetterà la sensazione di entrare in un altro mondo. Da qui inizia il percorso suggerito dalla mappa che vi suggeriamo di seguire per non perdere le sculture che si celano tra le fronde.

Le Sfingi
Appena entrati troverete due Sfingi, rappresentate da donne con il corpo di leone, che simbolicamente sono a guardia del parco.
Sotto la sfinge di sinistra si legge:
“Chi con ciglia inarcate et labbra strette non ha per questo loco manco ammira le famose del mondo Molisette”.
Mentre sotto la Sfinge di destra si legge:
“Tu ch(e) entri qua p(c)on mente parte a parte et dimmi poi se tante maraviglie si en fatte per incanto o pur per arte”.


La testa del Pan Giano
Prestate attenzione a questa statua perché è talmente piccola che rischia di passare inosservata.
Un tempo, sempre all’ingresso, erano presenti tutta una serie di teste raffiguranti alcuni antichi Dei come Saturno, Fauno, Evandro e la triplice testa di Ecate, ora rimossi o spostati.

Proteo Glauco
È il primo mostro che si trova entrando è la testa di Proteo, rappresentata con una gigantesca maschera dalla bocca spalancata.
Questa statua rappresenta anche la testa di Glauco, il pescatore diventato Dio marino dopo aver mangiato un’erba magica.

Cascata
A sinistra della maschera di Proteo Glauco, la mappa indica la presenza di una cascatella sul fosso della Concia che effettivamente sentirete, se il silenzio lo consente, ma la vedrete solo scavalcando.


Il Mausoleo
Del Mausoleo resta molto poco, lo troverete rovesciato e mezzo distrutto, ai fianchi del guerriero si vede una ninfa marina.

Ercole e Caco
Bellissimi. Qui è rappresentato uno dei temi ricorrenti in tutto il giardino: la lotta del bene contro il male, la lotta tra i giganti, la lotta tra Ercole, l’eroe mitologico, che uccide, squartandolo a mani nude, Caco.
Accanto alla statua c’è un’interessante scritta che in parte ne spiega il significato:
“Se Rodi altier già del suo colosso pur di quest il mio bosco ancho si gloria e per più non poter fo quanto posso”.


La Tartaruga
Sarete rapiti dalla bellezza dell’enorme tartaruga che sorregge sul suo dorso la Nike, Dea alata della vittoria, personaggio della mitologia greca.
La tartaruga è simbolo di stabilità e di longevità, rappresenta l’unione tra la terra e il cielo. Quest’opera rappresenta il passaggio verso la purificazione e la donna alata è l’apice di questa trasformazione.

L’Orca
Si tratta di una grossa orca, o balena, che emerge dalla terra. Noterete che la Tartaruga e l’Orca sembrano fissarsi reciprocamente.

La fontana di Pegaso
La vasca di una fontana da cui emerge la figura di Pegaso.
Il cavallo alato simboleggia la passionalità e dell’impetuosità istintiva che può essere dominata dalla volontà spirituale dell’uomo (rappresentata dalle sue ali). Noterete che, sia Pegaso sia la tartaruga, guardano nella stessa direzione.

Le Grazie e il Ninfeo
Un grande ambiente a vasca che ricalca i ninfei d’età greco-romana, decorato con le figure delle tre Grazie e di tre ninfe.
Il ninfeo riporta una scritta incompleta:
“L’antro la fonte il li […] Et d’ogni oscuro pensier gl […] m […] com”
…che rimane un mistero per i comuni mortali come noi!


La Fontana dei Delfini
È una fontana ornata da figure di delfini, vi invitiamo a cercare il tritone che giace ai piedi della fontana.

Venere (o Iside)
Si tratta di una colossale scultura della Dea greco romana Venere, o della Iside egizia su una grossa conchiglia.
La Venere è vestita come una antica matrona romana, ma ha i lineamenti delle donne della Tuscia.

Accanto alla Venere potete vedere anche uno splendido mascherone.

Il Teatro
A poca distanza dal Ninfeo, troverete un altro ambiente di matrice classica: il teatro. In realtà si tratta di una riproduzione molto piccola dell’esedra del palcoscenico con davanti una linea di obelischi e sopra le teste dei vari Dei che prima erano all’ingresso del parco.

Obelischi

La Casa Pendente
Questa casa storta costruita sopra un masso inclinato è divertentissima, la sensazione salendo al primo piano è stata incredibile, tutti abbiamo iniziato a camminare inclinati a compensare il senso di vertigine e la mancanza di equilibrio.


Ariete
Si tratta di un ariete seduto (molto rovinato).

Panca Etrusca
È una panca collocata in una nicchia, che ricalca precisamente la forma di un triclinium romano (o etrusco), sulla quale è tuttora possibile sostare e farsi delle foto.
Sopra è riportata questa scritta:
“Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder maraviglie alte et stupende venite qua dove son faccie horrende elefanti, leoni, orsi, orchi et draghi”.

Il vaso Cantaro
Si tratta di un enorme vaso il cui significato è controverso e potrebbe essere inteso come elemento tipico della iconografia manierista.
Un’altra versione associa questa scultura al vaso che Bacco portò con sé nella discesa negli Inferi. Il tema dell’Ade è spesso rievocato in questa parte del Giardino (l’Orco, Plutone, Cerbero) e potrebbe confermare questa seconda ipotesi.

L’Orco
Sicuramente la figura più celebre del Parco e suo simbolo, è un grande faccione di pietra con la bocca spalancata, in realtà è una camera scavata nel tufo.
Per mezzo di alcuni gradini si può entrare al suo interno, dove sono collocate delle panche e un tavolo. Data la forma dell’ambiente, le voci di coloro che vi entrano sono amplificate e distorte, creando un effetto spaventoso.
Prestate attenzione all’ingresso dove si legge la scritta:
“Ogni pensiero vola”.
Qui armatevi di tanta pazienza perché la fila per fare una foto è lunghissima.

Oggi Krystal è una signorina ed ha un blog tutto suo, se vi va di vederlo cliccate a questo link https://krysland.com/
Il Drago
Più precisamente si tratta di una vivierna (creatura leggendaria rappresentata come un rettile alato bipede), un mostro rettiliforme che lotta contro tre animali, un cane, un leone ed un lupo, purtroppo non più riconoscibili.

L’Elefante
Un maestoso elefante che porta sulla schiena una grossa torre e nella proboscide tiene un legionario romano, quasi a volerlo stritolare. Sembra un riferimento all’impresa di Annibale durante le guerre puniche.


Cerere
La Dea grande nutrice di Roma.
Dea delle messi e madre di Proserpina, è rappresentata come una gigantesca donna con un cesto di spighe sul capo e nelle mani una fiaccola e una cornucopia. Attorno a lei cercate le figure delle creature boschive.


Piazzale dei Vasi
Un grande piazzale con enormi vasi in pietra, un tempo ornati da iscrizioni oggi non più leggibili.

Nettuno
Una maestosa statua di Nettuno, dio dei Mari, adagiato su un letto d’acqua (come le divinità fluviali d’epoca romana) che tiene tra le braccia un delfino.

Delfino
A destra di Nettuno potrete ammirare il grande delfino dalla bocca aperta.

La Donna Dormiente
Si tratta di una ninfa gigantesca che dorme poggiata sinuosamente sul suo braccio.
Data la sua presenza in questo bosco incantato è stata soprannominata “la Bella addormentata nel Bosco”.

Giove Ammone
A vegliare su Venere c’è Giove Ammone.
Il Mascherone con la bocca della verità.

Echidna
Di fronte al Piazzale delle Pigne Echidna, ritratta come una colossale donna con due code di serpente al posto delle gambe (simile all’iconografia medievale della sirena).

I Leoni
Tra Echidna e la Furia sono accucciati due Leoni: figli di Echidna e presenti nello stemma di Viterbo.

La Furia
Si tratta di una donna con coda e ali di drago.

Orsi araldici

Piazzale pigne
Si tratta di uno spiazzo pianeggiante, con pigne e ghiande decorative.

La Proserpina
La figura dell’Ade (figura della mitologia greca), dea minore degli Inferi e regina dell’oltretomba, molto rovinata, è rappresentata come una donna a braccia aperte dal volto giovanile, la cui veste è in realtà un’ampia panca su cui è possibile sostare.

Cerbero
A pochi passi da Proserpina c’è Cerbero, il cane dotato di tre teste a guardia dell’Oltretomba. Qualche dubbio su dove realmente giace l’anima della “amata” moglie morta di Vicino Orsini noi ora lo abbiamo…

Il Tempio
Leggermente isolato rispetto al percorso principale del Parco si trova una singolare costruzione, un piccolo Tempio che in realtà fu costruito vent’anni dopo rispetto al resto del Parco in onore della seconda moglie di Vicino Orsini, una principessa Farnese.
Il Tempio riprende forme architettoniche di diverse epoche, quella classica (frontone, colonnato e vestibolo) e quella rinascimentale (cupola). L’interno è in realtà costituito da una piccolissima aula circolare, nella quale la famiglia Bettini, che ha restaurato il complesso, ha posto una lapide alla memoria di Tina Severi Bettini, deceduta anche a causa di una contusione durante i lavori di ripristino del parco.

La Rotonda
È la terrazza sul grande spiazzo sottostante, l’ultima Meraviglie del Parco dei Mostri.

Curiosità
Non tutti sanno che Salvador Dalí si innamorò di questo parco e da lui si lasciò ispirare, qui trovate il video del grande artista in visita a Bomarzo.
Anche Michelangelo Antonioni ne rimase affascinato e dedicò al parco un famoso documentario di poco meno di 10 minuti.
Il Parco dei Mostri è stato abbandonato per molti anni dopo la morte di Vicino Orsini, ma è stato poi restaurato e aperto al pubblico nel corso del XX secolo. Oggi, è considerato uno dei principali siti turistici nella regione del Lazio e attrae visitatori da tutto il mondo.
Conclusioni
La mappa consegnata all’ingresso non contiene spiegazioni e all’interno non troverete alcun pannello esplicativo, quindi, senza un minimo di preparazione, la visita può limitarsi a una passeggiata in un bosco ornato da statue un po’ strambe.
A volte pensiamo di non avere luoghi da visitare vicino a dove viviamo, questa non solo è una meta a portata di mano per molti romani, lo è anche per chi arriva da fuori (è sufficiente un’auto a noleggio). Insomma, è ideale per tutti coloro che sono affascinati dal mondo esoterico, dalla simbologia e dalle leggende.
La combinazione di bellezza, mistero e eccentricità rende il Parco dei Mostri un luogo unico nel suo genere. È una testimonianza dell’immaginazione e della creatività umana e un’opportunità per i visitatori di immergersi in un mondo fantastico.
Se vi trovate in Italia e avete una passione per l’arte e l’avventura, il Parco dei Mostri di Bomarzo è sicuramente un luogo da non perdere.
